“Non più soltanto andare verso il popolo, ma sentirsi popolo, esprimere direttamente la volontà del popolo"

giovedì 21 agosto 2008

31 AGOSTO, MOZIONE QUASI PRONTA…

Gli ideali sono come le stelle: non possiamo raggiungerli, ma tracciamo la rotta in base ad essi.La mozione è praticamente pronta – una trentina di cartelle almeno - e dopo le ultime limature, la invierò alla sottoscrizione entro il 31 agosto di chi vorrà farlo tra i membri del comitato politico nazionale.“Dal congresso - che si terrà a Roma il 7, 8 e 9 novembre - dobbiamo scrivere una nuova pagina per il futuro della nostra Patria.(…)
A novembre saranno trascorsi sedici mesi dalla fondazione del Movimento e un anno dall’assemblea costituente, nove mesi dalla scelta orgogliosa di Trieste e sette dalle elezioni politiche che videro un movimento senza mezzi e struttura arrivare ad un soffio dal risultato deludente dei quattro partiti della sinistra radicale con il loro triste carico di storia e di responsabilità. Ad aprile siamo definitivamente nati, ora dobbiamo crescere e vivere come abbiamo voluto. (…)
La Destra nasce e rinasce anzitutto per rispondere all’assenza di senso di giustizia che pervade le famiglie italiane, le persone, la comunità nazionale. Qui sta la volontà che maturammo alla fondazione del movimento. Poco più di una trentina di pionieri lanciarono il sasso. Che non chiamammo a chiedersi se quella scelta fosse utile, ma solo se fosse giusta.Oggi il popolo italiano, molto più che a luglio e novembre 2007, molto più che a febbraio e aprile 2008, sa che la casta non alberga nel nostro movimento, comunità di uomini liberi che ha scelto di non contaminarsi con logiche di mero potere. Sì, per il potere si può uccidere: noi non abbiamo voluto cancellare tutto quello in cui abbiamo creduto e ci ostiniamo a voler ancora rappresentare. Giustizia per gli italiani, innanzitutto, attraverso scelte non più compromissorie. Futuro per i giovani, chiamandoli alla rivolta morale contro l’eutanasia della Patria.
(…)Crediamo di essere nel giusto se affermiamo che di mediazioni all’estremo si muore: la sinistra radicale non è stata cancellata dal proprio elettorato per i suoi “no”, ma per i troppi “sì” a scelte incomprensibili.La Destra di luglio 2007 è destinata ad entrare nella storia dell’Italia se sarà capace di credere con determinazione, sapendo che nel proprio passato ci sono solo memorabile lotte senza regali da alcuno. E’ il nostro formidabile biglietto da visita, è la spinta verso il domani. Dal congresso in avanti nessuno potrà più fermarsi a guardarsi indietro: è avanti la nostra strada e chi teme la sfida non ostacoli chi non desidera altro che impegnarsi.
(…)Non siamo al governo dell’Italia perchè non hanno voluto la presenza de La Destra come forza organizzata e autonoma all’interno della coalizione. Non ci hanno voluti non per un’antipatia personale o collettiva, ma perchè differenti. Alleanza nazionale è al governo, ma c’è chi se ne accorge?(…)Oggi, per la prima volta, le principali culture politiche del novecento, la destra e la sinistra, sono fuori dal Parlamento e i partiti che ad esse si ispirano devono fare i conti con la pervicace volontà varare leggi elettorali ulteriormente restringenti e con alte soglie di sbarramento.
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che il bipartitismo è ancora lontano. Anzi, proprio le elezioni nazionali secondo alcuni ne hanno segnato la fine, dopo il risultato della Lega, dell’Italia dei Valori e della stessa Udc.Ed allora, la domanda cui occorre dare risposta, è se esista ancora uno spazio politico a Destra e come questo spazio politico possa essere eventualmente essere occupato.
(…)“Alleati sì, doppio gioco no, servi mai!”. Questo vecchio slogan, mutuato dal nostro passato, rende bene l’idea di ciò che avremmo voluto al momento stesso della nostra nascita.Guardare avanti senza mai voltarsi indietro se non per cogliere il senso delle radici che chiamiamo identità; costruire una nuova e diversa modernità politica senza rifiutare la nostra storia, senza sputare su un passato che non è nella nostra disponibilità perché appartiene a chi l’ha vissuto e costruito col sacrificio, il sudore, le lacrime, e spesso il sangue.Navigare dunque, unendo il gusto della scoperta alla capacità di mantenere saldamente a dritta il timone: è lo scopo che ci siamo prefissi che ci ha fatto scegliere la rotta.
(…)Possiamo unirci ad altri in questo compito? Senza dubbio. A condizione che ci siano il rispetto e lo spazio: non per noi, ma per il patrimonio di idee e di valori che rappresentiamo.A patto che siano accettate e condivise le battaglie che vogliamo condurre; che non venga mai messa in discussione l’esistenza e l’agibilità politica de La Destra, ossia di quella comunità umana e politica che – come scrivemmo alla nostra nascita – continua ad essere “espressione vitale e necessaria di una comunità umana, politica e ideale che i conti col passato li ha fatti tutti e per questo si è lacerata - che nasce per affrontare con rinnovato spirito le sfide dell’oggi e del domani, scegliendo non a caso come proprio emblema una fiaccola, protesa verso l’alto da un braccio giovane, a simboleggiare la continuità di una storia che non si spegne e al contempo l’irrinunciabile aspirazione alla Libertà come dimensione fondamentale dell’agire umano e politico, della persona singolarmente intesa e del nostro popolo rappresentato dai tre colori della bandiera nazionale: quel popolo di cui siamo espressione, primo e principale interlocutore a cui ci rivolgiamo e al quale solo sentiamo intimamente di dover rispondere”.Non è questa una chiusura verso nessuno.Al contrario è la nostra volontà di aprirci al dialogo con tutti coloro che vorranno insieme a noi condurre delle battaglie politiche; a chi con noi vorrà dialogare e confrontarsi in termini agonistici.
Consapevoli che sia più ovvio (o così almeno sembra…) trovare interlocutori nell’attuale centrodestra, sappiamo altrettanto che singole importanti battaglie che coinvolgono l’intero assetto democratico e costituzionale di una nazione possono spingere forze tra loro distanti e lontane a incontrarsi in nome del bene comune; così come sappiamo che la difficoltosa ricerca di confronto sui grandi temi della politica può diventare un inedito scenario di incontro tra coloro che hanno a cuore una visione sociale e comunitaria dello Stato, un rispetto profondo della giustizia e della libertà di espressione ed informazione, un’attenzione privilegiata ai bisogni delle fasce più deboli della popolazione, un interesse spiccato a mantenere vivo e vitale il patrimonio di piccola e media imprenditoria che ci caratterizza come nazione.
(…)Sapendo che essere di Destra non vuol dire rimanere ghettizzati o ancorati ad un passato ormai lontano.Essere di Destra vuol dire arrivare a governare. Ma essere di Destra vuol dire anche non dover governare a tutti i costi, svendendo se stessi, anima compresa. Essere di Destra vuol dire saper anche rinunciare a poltrone ed incarichi, a maggioranze e prebende. Essere di Destra vuol dire avere una dignità da difendere.Essere di Destra vuol dire non tradire quel milione di italiani che ci hanno votato perché eravamo fuori dagli schemi, eravamo diversi da chi propugna un pensiero debole ed unico”.(…)
Sarà una gran bella mozione, dovrà essere un gran bel congresso…