“Non più soltanto andare verso il popolo, ma sentirsi popolo, esprimere direttamente la volontà del popolo"

venerdì 22 maggio 2009

INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO WALTER STAFOGGIA




Walter Stafoggia, quali sono le ragioni che l’hanno spinta ad abbracciare questo progetto e a candidarsi per la poltrona di primo cittadino? Perchè ritengo che solo La Destra, la Fiamma Tricolore e il sottoscritto, intendono battere con la forza delle idee e la coerenza (qualità che sembra scomparsa) la Cricca di Villa Fastiggi che governa da sessant’anni la città. Idee e coerenza che mancano evidentemente sia ai Liberi X Pesaro, il cui candidato “alternativo alla sinistra” Catalano, al rischio delle fatiche dell’opposizione, ha preferito la comoda strada della poltrona di vicesindaco di Ceriscioli e del candidto Sindaco di Fi e An di cinque anni fa Zanotti che a venti giorni dalle elezioni si é reso conto di essere di sinistra e di appoggiare Ceriscioli. Mi auguro che almenno questa volta valga il proverbio: ride bene chi ride ultimo.L’estrema frammentazione del centrodestra pesarese ha contribuito, anche a livello provinciale, alla creazione di liste e candidati differenti. Perché non si è riusciti a convergere verso un progetto unitario, in grado, magari, di fornire una alternativa quantitativamente e qualitativamente valida da opporre al centrosinistra? A me pare che la frammentazione estrema é a sinistra: i candidati sindaci dell’area di centro destra sono tre Stafoggia, Cascino e Roscini, quelli dell’area di centro sinistra e sinistra sono cinque Ceriscioli, Sebastiani, Margiotta, Mascioni e Ballarini. Comunque la responsabilità politica della momentanea divisione nel centro destra é PDL che finora ha dimostrato di avere una classe dirigente inadeguata, che ha preferito la spartizione delle poltrone dietro le quinte, alla competizione elettorale trasparente. Confido molto nelle capacità del nuovo Coordinatore Bettini e dell’attuale candidato Cascino.La frammentazione é solo temporanea e non la giudico solo come una sorta di primarie senza trucco, il popolo di centro destra può votare tranquillo: sono certo che al ballottaggio la Destra, il PDL e la Lega sapranno ritrovare la giusta sintonia per battere finalmente questa sedicente sinistra.Quali sono provvedimenti urgenti e necessari, secondo lei, di cui Pesaro e la sua cittadinanza hanno bisogno? Dopo sessant’anni di mancanza di alternanza, la prima cosa é proprio questa. In politica l’alternanza é come la concorrenza in economia: migliora la qualità della vita dei cittadini, perchè chi governa sa che dopo cinque anni, se lavora male, va a casa.Quali sono stati, a suo avviso, errori e mancanze della giunta Ceriscioli? Ceriscioli ha dimostrato un’ assoluta mancanza di progettualità per il futuro della città. Ha solo terminato le opere pubbliche iniziate da Giovannelli, per il resto in questi cinque anni in consiglio comunale, si sono votate solo varianti al Piano regolatore.Lei ha detto che il suo programma “é fondato su due valori imprescindibili che si chiamano educazione e cultura”. Come rispondere all’emergenza educativa di oggi? Quali sono gli strumenti culturali ed educativi, alla base del suo programma, da far valere concretamente? Solo un progetto educativo che coinvolga famiglie, scuola, amministrazione comunalle e provinciale, associazioni culturali e sportive ci può salvare.Ci dica tre punti fondamentali del suo programma: Aiuto alla famiglia attraverso Bonus bimbi e Bonus anziani, Diritto alla proprietà della casa per tutti, atraverso lo strumento del Mutuo Sociale, Turismo culturale, per fare uscire Pesaro dalla recessione.

giovedì 9 aprile 2009

UN PROGETTO PER PESARO


I programmi elettorali dei candidati a Sindaco assomigliano troppo spesso a dei disadorni elenchi di opere pubbliche che si vorrebbero edificare e di meccanismi burocratici da modificare: anche il mio programma contiene alcune proposte di questo genere ma é fondato su due valori imprescindibili che si chiamano educazione e cultura.
Questo perché dobbiamo cominciare a cambiare il nostro punto di vista, le nostre priorità:
prima l’uomo, poi le opere,
Anche nella nostra città i fenomeni del bullismo,della violenza gratuita giovanile, dell’alcolismo, della tossicodipendenza cominciano ad essere preoccupanti.
Il tessuto sociale di Pesaro, fondamentalmente sano, consente ancora dei margini di intervento, é necessario agire tempestivamente, perché ci sono segnali che ci avvertono che siamo vicini al punto di non ritorno. Per questo motivo voglio un progetto per i cittadini del futuro, che parta dall’innocenza dei bambini: per difendersi dalla contaminazione del degrado, del brutto, della violenza, hanno bisogno che i genitori e gli educatori forniscano loro gli strumenti: essi devono abituarsi all’ordine, alla pulizia fisica e morale, all’onestà, alla serenità, ai valori della solidarietà, al rispetto per le opinioni altrui, al bello. Devono apprendere la storia e le tradizioni dei luoghi in cui vivono e sapere chi sono gli uomini che hanno fatto grande la nostra Patria. Devono imparare ad amare l’arte e ad esercitarla, devono imparare a rispettare la natura in tutte le sue espressioni. In poche parole devono ritrovare ideali e valori. Devono poter affrontare la vita con il sorriso e per questo devono avere certezze per il presente e la speranza di un futuro migliore, In questo periodo storico, sembra sempre più difficile proporre in maniera convincente alle nuove generazioni solide certezze e criteri su cui costruire la propria vita. Lo sanno bene sia i genitori sia gli insegnanti, che anche per questo sono spesso tentati di abdicare ai propri compiti educativi, l’Amministrazione Comunale dovrà perciò essere sostegno a genitori e insegnanti e capofila di un grande progetto di rinnovamento culturale ed educativo, cominciando da due priorità di sua competenza:
la priorità delle opere pubbliche, che dovrà essere data alla messa a norma e in sicurezza di tutte le scuole e al decoro delle stesse: i bambini devono vivere in ambienti non degradati. Altre risorse dovranno essere messe a disposizione per la creazione di giardini pubblici.
La priorità economica, che dovrà invece essere quella di destinare risorse importati ai genitori che decideranno di prendersi cura dei propri figli in casa e non all’asilo e a tutte quelle famiglie che decideranno di tenere gli anziani in casa piuttosto che nella casa di riposo.
Gli asili e le case di riposo hanno un alto costo per la società: l’amministrazione dovrà devolvere lo stesso importo di denaro a chi vorrà tenere bambini e anziani in casa.
L’Amministrazione dovrà preoccuparsi di favorire tutte le forme sane di aggregazione giovanile, dalla pratica dello sport a quella dell’arte. Dovrà collaborare con la Diocesi per favorire e nascita di oratori parrocchiali e sostenere quelli esistenti.
L’Amministrazione comunale dovrà favorire, per le giovani coppie, il diritto alla proprietà della casa, sostenendo una proposta di legge regionale di Mutuo sociale, che preveda la creazione un Ente regionale che costruisca case e quartieri a misura d'uomo con soldi pubblici e che venda a prezzo di costo queste case a famiglie non proprietarie con la formula del mutuo sociale: ovvero una rata di mutuo senza interesse, una rata che non superi 1/5 delle entrate della famiglia, una rata che viene bloccata in caso di disoccupazione, una rata che non passa attraverso le banche.
Per quanto riguarda i nostri anziani, che hanno speso la loro vita lavorando e pagando le tasse per la nostra comunità comunale e nazionale, contribuendo alla sua prosperità, l’Amministrazione dovrà prevedere la priorità per essi all’accesso ai Servizi Sociali.

martedì 24 febbraio 2009

Ronde

La sicurezza é compito dello Stato, istituzionalizzare le ronde non é la soluzione al male dell’insicurezza, ma solo in ulteriore sintomo del tumore: significa che anche su questo tema lo Stato sta abdicando. Per risolvere il problema della delinquenza sono necessarie: una magistratura più efficiente, maggiori risorse alle forze dell’ordine e, soprattutto, una profonda riforma dello Stato: se uno scippatore o uno stupratore escono dal carcere dopo poche ore, lo si deve alla legge italiana che é stata, negli anni, modificata in senso garantista, per tutelare la casta politica. Va da sé che se si tutelano i politici, a discesa si tutelano tutte le altre categorie: inclusi gli stupratori extracomunitari. Poiché la maggior parte dei delinquenti stranieri sono rumeni, albanesi e marocchini, vanno realizzati accordi con le tre nazioni per far sì che le pene vengano scontate nei paesi di origine, anche se a spese dell’Italia: il nostro Stato risparmierebbe comunque, in quanto mantenere un criminale in una prigione rumena, albanse o marocchina costa senz’altro meno. Inoltre andrebbe ripreso il progetto di dismissione delle vecchie carceri situate spesso in aree prestigiose dei centri urbani per costruirne di nuove. E’ ovvio che la popolazione carceraria é in aumento, se non fosse per motivi economici e giuridici (é senz’altro più conveniente delinquere in Italia che in Marocco) lo sarebbe comunque per motivi demografici e geografici, Unica soluzione: più delinquenti uguale più carceri. Infine, ma non ultimo, ripartiamo dall’educazione dei giovani e dei meno giovani: se lo svago preferito é diventato lo sballo istituzionalizzato, lo si deve ai modelli negativi che la società offre ad ogni angolo, e questo produce solo malessere e violenza gratuita.

domenica 30 novembre 2008

INIZIATIVA CULTURALE DE LA DESTRA



SABATO 20 DICEMBRE ORE 17,30


SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE PESARO


"UNO BIANCA LA BANDA DI ROBERTO E FABIO SAVI"


PRESENTAZIONE E DIBATTITO DEL LIBRO DI MASSIMILIANO MAZZANTI


Massimiliano Mazzanti, autore del libro

Walter Stafoggia, Segretario Regionale La Destra

Giacomo Rossi , Segretario Provinciale La Destra
Federico Sorcinelli, Consigliere Comunale La Destra Fano
Organizzazione evento: Cometti Bruno comp. comitato centrale LD

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Tra il 1987 e il 1994, tra Bologna e le Marche, agì la più feroce banda di rapinatori della storia criminale della Repubblica italiana, quella della UNO BIANCA.Quando finalmente vennero sgominati, l’opinione pubblica del Paese inorridì nello scoprire come ben cinque dei sei criminali fossero agenti della Polizia di Stato. Subito dopo il loro arresto, tutti cominciarono a chiedersi come fosse stato possibile che lo stesso gruppo di uomini, usando sempre le stesse armi, avesse potuto agire impunemente per tanto tempo. Subito - come già si era ipotizzato quando iniziò la caccia alla UNO BIANCA - ci fu chi ipotizzò il coinvolgimento di frange dei servizi segreti deviati o di strutture eversive di destra in combutta con settori della malavita organizzata. Dopo l’arresto e durante i processi - di cui alcuni, seppur per fatti minori, secondari o collegati sono ancora in corso - emerse una verità ancor più inquietante. Massimiliano Mazzanti, dopo l’uscita delle ennesime ricostruzioni fantasiose, ha ripercorso dunque tutta la storia della banda, dai suoi albori fino all’arresto e ai processi, in un libro che, in soli quattro mesi e con una distribuzione limitata a Bologna (il libro, nel resto d’Italia, si può ordinare solo via internet) ha conquistato centinaia di lettori, imponendosi come testo di riferimento per chiunque voglia conoscere questa vicenda. Nessuna ipotesi, nessuna questione riguardante la lunga vicenda dei Savi è stata trascurata nella ricostruzione di Mazzanti e tutte le tesi esposte sono fondate e documentate su carte ufficiali, incontestabili, prodotte in tribunale o scovate dal giornalista negli archivi dei tanti avvocati che si sono occupati del caso. Chi ha veramente permesso la cattura dei Savi? Perché furono tanto feroci, in alcune loro azioni criminali? Perché facevano credere di essere militarmente addestrati? Ma, soprattutto, chi sbagliò le indagini che avrebbero permesso - ben tre anni prima, con un risparmio di vite enorme - di assicurarli alla giustizia già nel ‘91? Mazzanti, senza sconti per nessuno - semplici funzionari, alti dirigenti del Viminale, politici - fa nomi e cognomi, ricorda le circostanze e attribuisce le responsabilità, denunciando anche come molti di coloro che permisero - coi loro errori e a volte anche con compiendo azioni più gravi de semplice sbaglio - siano ancora ai vertici della Polizia di Stato. Tanti gli apprezzamenti giunti a Mazzanti per la realizzazione di questo studio: dai parenti degli assassinati (prima tra tutte, la madre di Andrea Moneta, il giovane carabiniere, Medaglia d’Oro al Valor Militare, che comandava la pattuglia sterminata nella Strage del Pilastro del 4 gennaio 1991) all’ex- presidente della Repubblica, Francesco Cossiga; da attuali ministri ai tanti lettori e radioascoltatori dei programmi radiofonici condotti in Emilia dall’autore.

Massimiliano Mazzanti, 39 anni, giornalista professionista, ha lavorato per 14 anni al Secolo d’Italia e ha collaborato come opinionista ed editorialista con innumerevoli testate italiane. Ritornato a operare nel capoluogo emiliano, dirige da anni un fortunato talk-show radiofonico - Obiettivo su Bologna -, prima su RadioSferaRegione e da due anni su Punto Radio.