“Non più soltanto andare verso il popolo, ma sentirsi popolo, esprimere direttamente la volontà del popolo"

giovedì 4 ottobre 2007

Basta con le scarcerazioni facili: certezza della pena


Non se ne può più di terroristi e delinquenti comuni condannati ma liberi o semiliberi grazie a magistrati che dichiarano di applicare solo la legge. La durata media delle condanne è ben distante dalle massime punizioni previste dal codice per quei reati. La maggior parte dei condannati ha precedenti penali, e aumentano tra "chi sbaglia" i giovani e le donne: la certezza della pena è solo un’illusione mentre l’identikit del condannato mostra una persona il più delle volte recidiva. È quanto emergeva da una indagine compiuta nel 2003 dall’Eures, istituto di ricerche economiche e sociali, sulla quantità e sulla qualità delle condanne, sulla media delle pene comminate e sulla effettiva loro espiazione, tracciando anche l’identikit del condannato. Tutti i dati si riferivano a condanne passate in giudicato in un arco di tempo che comprendeva gli ultimi dieci anni.
Nell’ultimo decennio, secondo l’Eures, sono stati 850 mila gli anni di detenzione inflitti e non scontati in carcere. Dal rapporto tra anni scontati e anni di reclusione comminati dalle sentenze definitive è stato possibile realizzare l’indice di certezza della pena, vale a dire la percentuale degli anni effettivamente trascorsi in carcere su quelli inflitti, che tocca nel 2001 la punta più bassa (38,4%) e nel 1995 la punta più alta (44,9%).
Calcolando la media degli anni di reclusione comminati nell’ultimo decennio emerge un indice di applicazione della pena ben distante dalle massime punizioni previste dal codice penale per i singoli reati. Per l’omicidio volontario la durata media della pena inflitta è di 12,4 anni (il codice prevede da un minimo di 21 anni all’ergastolo), per l’omicidio preterintenzionale è di 8,8 anni (il codice prevede da 10 a 28 anni), per l’omicidio colposo 0,5 anni (da 6 mesi a 5 anni per il codice); 2 anni per la rapina (da 3 a 10 anni) e l’estorsione (da 5 a 10 anni); 0,4 anni per il furto (massimo previsto 3 anni) e per la truffa (da 6 a 12 mesi per il codice); per la bancarotta 1,3 anni (da 6-24 mesi a 3-10 anni per la "semplice" e la "fraudolenta" per il codice); 1,1 per la detenzione di armi (da 1 a 4 mesi da 1 a 3 anni) e 1,3 anni per il peculato (da 3 a 10 anni la pena edittale prevista).
Ma per quali reati si rischia di andare effettivamente in carcere dopo la condanna definitiva? Calcolando il rapporto tra detenuti e condannati, la classifica vede ai primi posti il sequestro di persona e l’omicidio volontario; seguono, nella "classifica", estorsione, produzione e spaccio di stupefacenti, rapina, istigazione e sfruttamento della prostituzione, violenze sessuali, furto, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, infanticidio, atti osceni, lesioni personali volontarie; in coda, a forte distanza, peculato, truffa, bancarotta, emissioni di assegni a vuoto, lesioni personali colpose e omicidio colposo.
I dati sono sconfortanti, per risolvere il problema delle carceri sovraffolate si é ricorsi all'indulto: ma oggi le carceri sono di nuovo piene e il problema si pone tale e quale. All'associazione Nessuno tocchi Caino propongo di affiancare L'associazione Abele ha diritto di avere giustizia. Si alla certezza della pena, si alla costruzione di nuove carceri, si alla possibilità di lavore per rifondere i danni alle vittime, propongo inoltre di consentire l'immigrazione in Italia solo ai cittadini di quelle nazioni disposte a far espiare nelle loro carceri i loro cittadini condannati in Italia.

6 commenti:

LA DESTRA URBINO ha detto...

Bravo Walter!
E' proprio questo il vero punto!

"consentire l'immigrazione in Italia solo ai cittadini di quelle nazioni disposte a far espiare nelle loro carceri i loro cittadini condannati in Italia"

BASTA MANTENERE I DELINQUENTI!

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con quanto da voi pubblicato e mi permetto di aggiungere solo una cosa . Accanto a "certezza della pena" aggiungerei "certezza di una rapida giustizia" E' improponibile un processo che duri 10 anni , potrebbero bastare 3 mesi o magri 6. Vi invito ad estendere questa proposta dell'associazione "Abele" anche in Umbria.
Qui e' dura ma si puo' andare avanti.

Saluti
ridolfifrancesco@hotmail.com

Anonimo ha detto...

Avete letto della condanna a 6 anni inflitta al rom che assassinò quattro giovani marchigiani, uno scandalo, farà sei mesi in casa di cura...NIENTE CARCERE
VERGOGNA!!!

Anonimo ha detto...

La proposta è molto interessante bisognerebbe portarla avanti fino in fondo.

Anonimo ha detto...

grazie mastella, firmato borsellino
di a. pagliaro, 5/10/2007
[Ricevo e pubblico una lettera aperta di Salvatore Borsellino al ministro Clemente Mastella]

Voglio ringraziare il ministro Mastella per la sua iniziativa di richiesta di allontanamento per incompatibilità ambientale del giudice De Magistris dalla procura di Catanzaro.

Voglio ringraziarlo pubblicamente perché mi ero ormai convinto che a seguito delle campagne di delegittimazione e di aggressioni di ogni tipo nei confronti della magistratura la gente si fosse ormai assuefatta all’arroganza ed all’impunità dei politici e avesse accettato come normale e ineluttabile questo stato di cose.

Ora invece la reazione provocata da questa iniziativa nell’opinione pubblica, nella gente comune, reazione che sta provocando in tutta Italia raccolte di firme e mobilitazioni spontanee, soprattutto di giovani, a sostegno del magistrato, perché possa continuare il suo lavoro senza intimidazioni e interferenze esterne, mi ha fatto rinascere la speranza che le cose possano ancora cambiare.

Ho sottoscritto insieme a Sonia Alfano una lettera al capo dello stato dove chiediamo che tuteli, come è suo compito, l’indipendenza della magistratura raccomandando al CSM, di cui è il presidente, di rigettare la richiesta del ministro. E chiedergli invece di occuparsi di altri, e ben più gravi problemi della Giustizia, come il caso della Procura di Caltanissetta, dove sono concentrate le indagini sui fatti più gravi della nostra storia recente, quali l’indagine sui mandanti esterni nella strage di via D’amelio e l’indagine sulla sparizione dell’agenda rossa di Paolo, che viene, dal 12 Luglio 2006, lasciata senza una guida e affidata a un reggente.

Voglio però sperare che il sig. Ministro prenda spontaneamente atto della situazione di incompatibilità ambientale che si è creata tra la sua persona e la maggioranza degli italiani e voglia attuare il suo proposito di dimettersi, proposito più volte minacciato, ma finora solo a scopo di ricatto nei confronti della maggioranza di governo.

Il sig. Mastella ama spesso ripetere di essere una persona onesta, non deve quindi temere che le indagini in corso da parte del giudice De Magistris possano coinvolgere la sua persona, potrebbero al massimo coinvolgere il suoi amici o persone con le quali ha intrattenuto o intrattiene qualche tipo di rapporto, magari non sempre limpido.

Dovrebbe essere anzi grato al giudice De Magistris che con le sue indagini potrà dimostrare l’onestà del sig. Ministro fornendogli una patente di onestà certificata che avrebbe per questo più valore delle sue affermazioni che, agli occhi dell’opinione pubblica, non possono che essere di parte e quindi non obiettive se non addirittura sospette.

Non vorrei però insistere troppo sulla sua persona con il rischio di additarlo come comodo capro espiatorio dei tanti mali della politica italiana, come ha detto Beppe Grillo con una ironia che Il sig. Mastella non e’ stato in grado di capire e che tutta la stampa nazionale ha fatto finta di non capire pubblicando titoli a tutta pagina sulla pretesa pace tra il politico e il comico, e qui lascio al vostro giudizio decidere chi sia il poltico e chi sia il comico, e pubblicando poi solo qualche trafiletto poco visibile quando Beppe Grillo ha chiarito le vere intenzioni della trappola un cui l’aveva fatto cadere.

Il fatto è, sig. Mastella, che una persona come Grillo, che ieri ha fatto di mestiere il comico, oggi è uno dei pochi che fa poltica in modo serio, e quelli che sono stati designati dai partiti italiani per fare i politici e che la gente, in mancanza di altre scelte, ha dovuto votare, si affannano oggi un tutti i modi di fare la parte dei comici in quel cabaret di bassa lega che è diventata la politica in Italia.

Ma lo scenario, purtroppo, non è quello di un cabaret, è quello di una tragedia, la tragedia di un paese allo sbando dove gli equilibri di governo si reggono su ricatti incrociati e dove l’opposizione non aspetta altro che il suicidio del governo per potere subentrare nell’esercizio del potere, ricominciare ad emanare leggi “ad personam” e continuare, come peraltro ha fatto anche questo governo, nell’attuazione di quel patto scellerato tra lo Stato e la mafia per la spartizione del potere e degli appalti in Italia per cui è stato necessario eliminare Paolo Borsellino.

E io purtroppo vedo tante, troppe analogie tra le vicende di ieri e quelle di oggi.

Oggi Paolo Borsellino e Giovanni Falcone vengono additati come degli eroi e, dopo averli uccisi, si cerca ancora di seppellirli a forza di commemorazioni, di lapidi e targhe stradali, quasi a rassicurarsi del fatto che siano veramente morti, ma ieri, quando erano sul punto di arrivare nelle loro indagini al punto focale dei rapporti tra la mafia e la politica, si cercava in tutti i modi di rendergli difficile il lavoro, di isolarli, di costringerli a trasferirsi in altra sede per riuscire a trovare degli spazi per potere continuare le loro indagini,

Anche De Magistris è stato messo in difficoltà dal suo capo, anche De Magistris è stato isolato, anche De Magistris si sta cercando di trasferire per renderlo innocuo, ma si ricordi, sig. Ministro, che per esperienza del passato, l’isolamento di un giudice o di un investigatore è stato sempre il primo passo per additarlo alla vendetta della camorra e della mafia e chi dà inizio e determina questo stato di cose non ha minori responsabilità, almeno morali, di chi ne decide l’eliminazione o preme il pulsante di un timer.

Si ricordi però che la gente non sopporterebbe che la storia si ripeta, quella stessa gente che nella cattedrale di Palermo prese a schiaffi e a calci quei politici che pretendevano di sedersi in prima fila davanti alle bare dei ragazzi di Paolo, vi caccerebbe allo stesso modo da un Parlamento nel quale sedete fianco a fianco di personaggi inquisiti, prescritti o già condannati nei primi gradi di giudizio e questa volta non riuscireste a riciclarvi sotto altre sigle e nuovi partiti, a mantenere il potere e ad occupare indegnamente le istituzioni come aveta fatto dopo il disfacimento della prima Repubblica.

Salvatore Borsellino

CIRCOLO NERONE-LA DESTRA ha detto...

Ciao Walter,
abbiamo fatto una proposta a Storace nel suo blog..
Speriamo che possa essere presa in considerazione dal nostro Movimento il quale, sulla tematica sicurezza, si sta muovendo già bene...Vi cito
la proposta...Saluti

"...IL CARCERATO NON PUO’ PESARE SULLE CASSE DELLO STATO QUINDI
REINTRODUCIAMO I LAVORI FORZATI PER I CARCERATI.
SE NON VI PIACE LA PAROLA “FORZATI” TROVATENE UNA PIU’ DOLCE..MA LA SOSTANZA DEVE RIMANERE QUELLA CHE IL CARCERATO SI PAGHI PERLOMENO IL SUO SOGGIORNO IN CARCERE.
E’ ASSURDO CHE I CITTADINI ONESTI DEVONO MANTENERE I CARCERATI(SPECIALMENTE QUELLI CHE HANNO COMMESSO REATI GRAVI)!!!..."

GIACOMO ROSSI
CIRCOLO “NERONE-LA DESTRA” APECCHIO (PU)