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lunedì 21 gennaio 2008

"MARCHE MULTISERVIZI, BOLLETTE AL TARTUFO"



Il conto finale circa 15mila euro. “La Destra” protesta: “Paga Pantalone?”

Marche Multiservizi non era ancora nata, ma buona parte dei suoi 470 dipendenti era insieme a festeggiare l’imminente parto della nuova multiservizi provinciale. Infatti “qualche giorno prima di Natale, in un rinomatissimo ristorante del Furlo -scrive un comunicato dell’intero stato maggiore del nuovo partito “La Destra”- si è tenuta una cena con 405 invitati”. La “denuncia” del movimento politico fondato da Storace è chiaro: “E’ altrettanto certo che l’evento sia stato organizzato dalla società Marche Multiservizi che, avendo incorporato, Megas è diventato, dal primo gennaio 2008 il nuovo gestore per i servizi pubblici locali, acqua e gas soprattutto”. La nota de “La Destra” si pone delle domande: “Quello che è da accertare invece, è chi ha pagato il conto della cena. A noi risulta infatti che i dipendenti presenti della società, non abbiano sborsato un solo centesimo di tasca propria, per quello che, visto l’alto numero di presenze e considerate le caratteristiche del locale, deve avere avuto un costo salato. E’ questa la domanda che poniamo, a nome dei tanti contribuenti che recentemente si sono visti recapitare bollette sempre più care, addirittura alcune con importi da far tremare il bilancio famigliare”. La domanda è firmata da Walter Stafoggia (portavoce regionale), Giacomo Rossi (portavoce provinciale), Ferruccio Volpi (Cagli), Bruno Cometti e Stefano Tomassetti: “Vogliamo rappresentare-scrivono- i contribuenti, sempre più contrariati e arrabbiati per i continui aumenti delle tariffe. Contribuenti che, in special modo e con ragione, poiché residenti dove avviene il prelievo dell’acqua, non capiscono perché debbano pagare come chi risiede a centinaia di chilometri di distanza, poiché, ovviamente il costo per la distribuzione è inferiore e di molto. A nome di questa gente, ormai giunta al limite della sopportazione, chiediamo ai responsabili di Marche Multiservizi: chi ha pagato la cena?”. Ovviamente, trattandosi di un’ azienda pubblica e non di una privata che organizza la sua cena sociale, abbiamo provato a contattare i dirigenti. La cena, peraltro, si è tenuta nel 2007 quando l’incorporazione di Megas in Aspes non era ancora avvenuta. Così ci può spiegare la scelta l’ex presidente di Megas, Luigi Gennarini: “La cena alla Ginestra? Una semplice cena aziendale con i dipendenti. Noi di Megas non le facevamo, ma Aspes aveva cominciato da diversi anni. Diciamo che ha sostituito il panettone”. Insomma un modo per fare gli auguri al personale… “Proprio così, tanto che noi di Megas non abbiamo distribuito il solito pacco natalizio. Nell’occasione, credo, che ci fosse anche un motivo in più: cominciare a far prendere contatto alle due strutture che a giorni, cioè dal 1 gennaio del 2008, avrebbero lavorato insieme”. I costi? Spetterà all’amministratore delegato Mauro Tiviroli rispondere. A quanto risulta la cena, con spruzzatina di tartufo, sarebbe costata sui 15mila euro. Pagati, ovviamente, dall’azienda. Nel contempo è sempre nostra curiosità sapere (dal presidente Ucchielli, dal sindaco Ceriscioli e dai vertici della società) i costi sostenuti per il processo di fusione, visto che si parla di una cifra vicina al milione di euro. E vorremmo anche sapere se è vero che da quest’ anno anche Aspes farà pagare, ad esempio, 40 euro solo per la pratica di nuovo allaccio, come faceva in precedenza Megas. E’ questo il profilo della fusione?

1 commento:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good